Lo smart working si è affermato praticamente in tutte le grandi aziende, ma non altrettanto nelle micro e PMI: così emerge dal report pubblicato a novembre 2021 dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.
Infatti, oggi l’81% delle grandi aziende concede ai propri dipendenti di lavorare almeno in parte da remoto (da casa o da altri luoghi che non siano la sede aziendale), contro il 53% delle PMI. Nelle attività più piccole, quindi, si sta registrando un ritorno al lavoro prevalentemente in presenza.
Sempre stando ai dati dell’Osservatorio, il lavoro da remoto ha aiutato le piccole e medie imprese a incrementare l’efficacia nel lavoro e i suoi dipendenti a migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavorativa; dall’altro canto, ha peggiorato la comunicazione tra i colleghi e il coinvolgimento.
Per continuare a mantenere i benefici e superare le criticità del lavoro da remoto, la soluzione può essere la modalità ibrida, che alterna il lavoro da remoto con quello in presenza.
Il lavoro ibrido è il tema dell’ultimo articolo del blog di Dipendenti in Cloud, di cui riportiamo una sintesi.
Lavoro ibrido: cos’è e come si può strutturare
L’articolo del blog inizia chiarendo il concetto di lavoro ibrido (hybrid working): è una modalità di lavoro flessibile in cui una persona opera in parte da remoto e in parte presso la sede aziendale.
In base all’importanza conferita all’operatività da remoto e a quella in presenza, si può distinguere il lavoro ibrido “remote-first” e “office-first”.
Quali sono i vantaggi e come superare le eventuali criticità


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Come abbiamo già affermato in precedenza, il lavoro ibrido aiuta l’azienda a mantenere i benefici sperimentati con il lavoro da remoto e al contempo superare i problemi riscontrati.
Infatti:
- i giorni di operatività da remoto contribuiscono alla produttività e all’equilibrio vita privata/lavorativa;
- i giorni di lavoro in presenza mantengono viva la comunicazione e il coinvolgimento dei dipendenti.
Tutte le modalità di lavoro, quindi anche quella ibrida, presentano anche degli “svantaggi” che, se trascurati, possono trasformarsi in problemi e incidere sul rendimento dei lavoratori e dell’azienda.
L’articolo di Dipendenti in Cloud approfondisce l’argomento, illustrando come cogliere al meglio tutti i “vantaggi” del lavoro ibrido e come prevenire le situazioni critiche.
Scopri i vantaggi del lavoro ibrido e come evitare i problemi >
I requisiti per introdurre il lavoro ibrido: tecnologie e mentalità
Per introdurre il lavoro ibrido con successo, così da portare benefici all’operatività e ridurre al minimo i possibili problemi, un’azienda deve dotarsi di:
- Tecnologie, quali:
- un software per la gestione delle presenze a distanza, che consente al dipendente di timbrare ovunque si trovi e all’amministrazione di verificare in tempo reale chi sta lavorando da remoto e chi in presenza.
- un sistema documentale in cloud, che permette ai dipendenti di accedere al materiale qualsiasi sia il luogo di lavoro
- un canale di comunicazione immediato e ordinato, per mantenere il contatto con i dipendenti
- Mentalità: flessibilità, obiettivi, responsabilizzazione e autonomia sono le parole chiave su cui stabilire il lavoro ibrido.
Ripensare il modo di concepire il lavoro è fondamentale. Infatti, secondo Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working, “In molte organizzazioni, soprattutto PMI e PA, invece, si sta tornando prevalentemente al lavoro in presenza a causa della mancanza di cultura basata sul raggiungimento dei risultati”.
Sono nato dalla mente di una giovane StartUp Italiana nel 2013. Amo avere tutto sotto controllo e pianificare ogni cosa, "organizzazione" è la mia parola d'ordine. Ho un look semplice e minimal, ma non ...
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